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Intervista ad Alex De Angelis tra presente e passato “Scendo in pista tutti i giorni con i miei piloti. La MotoE? Non cerca lo sviluppo”

Intervista ad Alex De Angelis tra presente e  passato “Scendo in pista tutti i giorni con i miei piloti. La MotoE? Non cerca lo sviluppo”
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Da pilota a team manager. Alex De Angelis ha gareggiato per oltre 20 anni nel motomondiale conquistando splendidi risultati. Nel 2020 ha creato il team Roc’N’Dea assieme a Massimo Roccoli. Ora si dedica a tempo pieno alla sua squadra ed alla crescita dei giovani come istruttore e tecnico federale.

Alex De Angelis, come sta andando la tua attività di team manager?

“Sono ormai al secondo anno. Tra pochi giorni ci sarà l’ultima gara del trofeo Yamaha dove i nostri piloti – Federico Iacoi e Diego Palladino – sono rispettivamente primo e terzo in campionato. Tutti i team hanno degli staff molto preparati ma io e Roccoli scendiamo anche in pista con i nostri piloti e questa è la cosa che fa la differenza rispetto agli altri. Così facendo si allenano con noi, gli insegniamo varie cose, e proviamo le moto per vedere che tipo di strada hanno preso per quanto riguarda il set-up, regolazione del freno motore ecc…”.

Alex De Angelis e Massimo Roccoli

Oltre ai ragazzi che cresci in prima persona, hai anche modo di vedere il progresso di molti altri giovani italiani.

“Si certo, io sono tecnico federale. Mi occupo dei Talenti Azzurri in primis, ma anche dei giovani della PreMoto3 che si trovano magari al primo anno. Cerco di dargli qualche consiglio, poi se dimostrano un percorso di crescita interessante potrebbero avere l’occasione di entrare nei talenti azzurri. Io vado in pista tutti i giorni per aiutare tutti, o anche a chi semplicemente mi viene a fare delle domande su dove ha sbagliato. Ci mettiamo a guardare perfino gli on-board dei piloti del mondiale la sera, quindi è un bel lavoro. Tra l’altro li vado anche ad ascoltare nel box mentre parlano con i capitecnici, cercando di capire se, quello che ho visto in pista, loro riescono a spiegarlo in maniera tecnica e pulita”.

Ci indicheresti un pilota che secondo te meriterebbe il Mondiale?

“La risposta è molto semplice: in questo momento Matteo Bertelle. Sta facendo bene in Rookies Cup, sta lottando per il titolo nel CIV Moto3, e questo weekend ha esordito nel mondiale come wildcard dimostrando subito grande talento. Sembra ormai indirizzato lì. Però devo ammettere che, nella PreMoto3, quest’anno i tempi sul giro sono stati abbassati in quasi tutte le piste e, hanno fatto molti record a livelli cronometrici. Abbiamo molti ragazzini giovani dai 12 ai 15 anni che sono molto talentuosi e possono arrivare a grandi livelli veramente in poco tempo”.

Facciamo un passo indietro. Sei stato un pilota di alto livello. Le tue ultime due stagioni sono state in MotoE. Cosa ti è piaciuto e cosa non hai apprezzato della categoria?

“La cosa che mi è piaciuta di più è che ovviamente la MotoE da guidare è veramente molto bella, ha un accelerazione nelle curve lente incredibile. Mi piace il fatto di avere una moto super veloce e allo stesso tempo molto silenziosa a tal punto da sentire rumori come la saponetta che striscia sull’asfalto, i cordoli, le gomme che stridono per terra e via così…  Invece, la cosa che non mi è piaciuta, è che non essendoci altri marchi, quindi solo Energica, non c’è la ricerca della presentazione e quindi dell’evoluzione. Ad esempio il peso della moto, sono sicuro che si abbasserà, ma se ci fosse un campionato più aperto con un regolamento più aperto, non dico che saremmo arrivati al peso di una moto normale, anche perché non penso sia possibile, però ci saremmo avvicinati di più”.

Sei stato anche in MotoGP, seppur per poco tempo, ma hai dimostrato grandi cose con parecchie soddisfazioni.

“La mia avventura in MotoGP è una storia un po’ complicata. Ho fatto due anni con il team Gresini e la seconda stagione specialmente ho fatto un podio con una moto clienti. All’epoca non erano come adesso che sono tutte uguali, c’era tanta differenza. Avevo fatto una stagione non bella, di più, purtroppo però sono uscito dal Motomondiale ingiustamente per cause di budget e quant’altro. Ovviamente mi è rimasto un po’ di rammarico e di magone per la MotoGP perché avevo fatto di tutto e di più per poterci rimanere”.

Durante gli anni in MotoGP sei stato anche vittima di un gravissimo infortunio, a Motegi nel 2015.

“Per fortuna non mi ricordo niente, meglio così. Una bruttissima caduta con diverse fratture di cui ancora adesso ne porto i segni. Però sono riuscito a tornare in moto e riesco a vivere la mia vita serenamente”.

Visto che abbiamo parlato di sviluppo, torniamo in orbita CIV, con la Moto3 che passerà dal motore 250 a quello 450. Ci sono state molte critiche a riguardo, un tuo parere?

“Innanzitutto diverrà una categoria che sarà aperta a più persone, essendo più economica, e questo è veramente importante. Alla fine si tratta solo di un motore diverso, il resto sarà tutto uguale e costerà di meno”.

Emanuele Moscariello