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Andrea Zanotti “Si può sfondare nel motociclismo anche senza sponsor”

Andrea Zanotti “Si può sfondare nel motociclismo anche senza sponsor”
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Uno sguardo sulla realtà, senza rimpianti, senza gelosie. Spesso i piloti che non sfondano si sentono dei geni incompresi, vittime di team affamati di soldi e di un sistema che a volte non mette al primo piano il talento.Andrea Zanotti ha lasciato il motociclismo dopo 10 anni di gare tra minimoto, PreGP e CIV. È sammarinese, frequenta l’università e segue il motociclismo da appassionato. A differenza di altri ex piloti, è estremamente consapevole dei propri limiti e sfata il mito del “fanno carriera solo i ricchi”.

Andrea, perché hai lasciato le competizioni?

“Mio padre è pensionato, mia madre è infermiera. Tra il 2013 ed il 2016 ho raccolto tante belle soddisfazioni in ambito italiano come il terzo posto finale nella PreGP 4Tempi, il secondo  posto nella Moto3 Standard ed altri risultati. Ho lottato con piloti che avevano tutto al top mentre io avevo una struttura privatissima. Per gareggiare serviva un budget che non avevo e ho smesso. Se avessi avuto un grandissimo talento sarei andato avanti e probabilmente correrei ancora. Ero un buon pilota ma non sarei mai diventato un campione”.

Umiltà o realismo?

“Ai tempi delle minimoto e delle PreGP ho gareggiato con Di Giannantonio, con Bastianini, con Bezzecchi ed altri piloti del mondiale. Erano fortissimi. Si capiva già da allora che avrebbero fatto carriera. Il talento si vede subito. Se avessi trovato gli sponsor e se fossi arrivato nel Mondiale  probabilmente avrei fatto fatica ad entrare in zona punti, sarei stato un pilota da ventesimo posto. Sono realista: nel CIV qualcosa di buono lo avrei potuto fare ma non avrei mai sfondato”.

Si può fare carriera anche senza sponsor?

“Secondo me sì ma serve un grandissimo talento. Il talento apre molte porte”.

Confessa, se ti guardi indietro hai dei rimpianti?

“Ho il rammarico di non avere avuto la possibilità di capire quale sarebbe potuto essere il mio potenziale nel CIV Moto3. Avrei voluto fare almeno un anno buono, in un team di alto livello, invece eravamo sempre con l’acqua alla gola. Sistemava la moto mio padre assieme ad un meccanico. A  volte avevamo anche un sospensionista ma non sempre perché aveva anche altri impegni.  Avevo voglia di gareggiare, avevo entusiasmo ma avevo anche dei limiti quindi mi sono rassegnato ed ho smesso. Ho sempre visto il motociclismo come un divertimento non come una ragione di vita. Quando ho lasciato le corse mi è dispiaciuto ma non sono stato troppo male. Ora spero riesca ad emergere Luca Bernardi, ha un grande talento”    

 Marianna Giannoni