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Formula 1 di ieri e di oggi – Alex Caffi “È un altro sport”

Formula 1 di ieri e di oggi –  Alex Caffi “È un altro sport”
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Tutti per Giovinazzi. Finalmente torna un pilota italiano nel Mondiale di Formula 1. Negli anni ’80 e ’90, però, quasi metà schieramento era italiano. Ieri vi abbiamo parlato del mitico Gran Premio di San Marino. Oggi intervistiamo un pilota italiano che ci ha emozionato in quegli anni: Alex Caffi.

Ha gareggiato in Formula 1 tra il 1986 ed il 1992. Guidava monoposto di piccoli team, tra cui Osella e Scuderia Italia, ma era spesso protagonista.

Alex, gareggi ancora?  

“Ho terminato la mia attività di pilota professionista nel 2013 ed ho iniziato quella di team manager con la Alex Caffi Motorsport, nel NASCAR Whelen Euro Series. È un team internazionale e stiamo raccogliendo delle belle soddisfazioni.  Partecipo ancora a qualche gara per divertirmi con gli amici. Nel 2013 ho vinto il mio unico Gran Premio di Formula 1: il Gran Premio Storico di Montecarlo. Ho poi gareggiato nell’ Italiano GT con il mio carissimo amico Nicola Larini, ho fatto qualche rally…Purtroppo non ho mai tempo”.

La famiglia di Caffi gestisce la Squadra Corse Angelo Caffi, intitolata al padre di Alex. Sta lanciando tanti giovani piloti. Questa realtà sportiva è molto interessante e le dedicheremo un ampio articolo nei prossimi giorni.

Formula 1 di ieri, Formula 1 di oggi. Com’è cambiato questo sport negli ultimi 30 anni?

“La Formula 1 di oggi è completamente un altro sport. Non che sia meglio o peggio. È un’altra cosa che non centra niente con quello che facevamo noi. Ai miei tempi, ad esempio, c’erano moltissimi piloti italiani, quasi metà schieramento. C’erano  anche molti team italiani e molte aziende italiane che sponsorizzavano i giovani. Conservo dei ricordi bellissimi. I miei 5 anni in Formula 1 valgono 20 anni di una vita normale a livello emotivo, un’intensità unica”

Il ricordo più bello della tua carriera in Formula 1?

“Il quarto posto a Montecarlo con la Dallara della Scuderia Italia. Sapevo cosa valeva la mia vettura e sapevo cosa avevo fatto io in quel momento. Vivo a Monaco da 30 anni, ancor oggi quando ripercorro il circuito con la mia Vespa mi emoziono. Indimenticabile anche il terzo posto in griglia di partenza in Ungheria”.

Segui ancora la Formula 1?

“Mi appassiona, resterà sempre nel mio cuore. È il sogno di un bambino di campagna, della piccola provincia bresciana. La Formula 1 di oggi la seguo però non fa più parte del mio mondo”.

Quest’anno finalmente c’è di nuovo un italiano, Antonio Giovinazzi…

“Mi fa piacere, pilota italiano con una casa praticamente italiana, l’Alfa Romeo che se vogliamo era arrivata in Formula 1 ancora prima della Ferrari. Ha un’ottima opportunità e speriamo che Raikkonen non lo metta troppo nell’ombra. Kimi è un ex campione del mondo ed  è ancora estremamente motivato. Se Giovinazzi  riuscisse a stare al suo passo compierebbe una grande impresa e lancerebbe un messaggio forte a tutti”

Come vedi il Mondiale 2019?

“Bello. All’inizio è sempre tutto bello. Sembra che la Ferrari abbia fatto quel passettino in più che le mancava. La Mercedes ogni tanto fa finta di essere in crisi ma poi momenti decisivi c’è. La Red Bull con Honda può fare bene, c’è da seguire Ricciardo in Renault… Ci sono tanti motivi d’interesse”.

In questi mesi c’è chi ha paragonato la Williams di oggi all’Andrea Moda degli anni ’90. Sei stato pilota Andrea Moda. Cosa ne pensi?

“Pur con tutto l’affetto nei confronti dell’Andrea Moda, mi sembra veramente un sacrilegio. Non si può assolutamente fare questo paragone.  La Williams è stata una grandissima squadra. Ora sta attraversando un periodo difficile ma sono convinto che si solleverà. Ha avuto dei momenti bui anche la Mc Laren, sono delle fasi da cui se ne esce e si ritorna in auge”.

Marianna Giannoni