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Il biocarburante la vera svolta che può salvare il motorsport

Il biocarburante la vera svolta che può salvare il motorsport
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Il mondo o per meglio dire il genere umano, vive di continui cambiamenti. Quello che oggi ci sembra scontato, tra 50 anni non lo sarà più. L’essere umano per durare nel tempo ha dovuto cambiare i suoi stili di vita, ed ora tocca principalmente a noi amanti dei motori cambiare il nostro mondo. Il Motorsport è sotto attacco per i cambiamenti climatici, molti ne vogliono quasi la fine, ma grazie al cielo i mezzi di trasporto sono fondamentali per la vita di tutti. Le case motoristiche si devono adattare, e dopo aver puntato sull’elettrico in modo massiccio, ora vedono ad un futuro diverso, ovvero quello del biocarburante.

Il biocarburante può cambiare le cose

Iniziamo nel dire che cosa sono i biocarburanti, perché forse in molti non lo sanno. Questo combustibile viene fuori tramite la lavorazione delle biomasse, che porta alla creazione di bioetanolo, biometano, biodiesel, biogas e tanti altri combustibili ecologici. La sua lavorazione che viene fatta in campi agricoli permette poi ai motori di inquinare pochissimo, rispetto ai derivati del petrolio. Inoltre, la tecnologia sta lavorando per portare questi tipi di carburanti a livelli di sostenibilità pari allo 0% di emissione di CO2. Questo percorso perché piace così tanto alle case?

Le case non vogliono separarsi dal motore endotermico per un motivo molto semplice, i suoi costi sono minore, ed aiutano quindi il mercato. Un’auto al 100% elettrica ad oggi non tutti possono permettersela, e non è detto che andando avanti il potere di acquisto dei consumatori cresca a tal punto, da permettere a tale mercato un’espansione così importante. I biocarburanti, quindi, sono essenziali per le aziende del settore dei trasporti, e da sempre la vetrina principale per tali attività, è il motorsport.

F1, Indycar, WEC e MotoGP si sono già portate avanti

Il motorsport lo sappiamo si adatta, ed ora sembra che il suo adattarsi abbia preso la via che tante aziende volevano. La F1 aprirà la sua nuova era nel 2026 con i motori ibridi spinti da carburanti sintetici. Questa apertura, anche grazie alla visione di Liberty Media sta per riportare marchi importanti nella classe regina delle quattro ruote. Audi e Ford sono pronte ad entrare, ma attenzione perché in futuro anche altre aziende sarebbero pronte ad approdare in tale categoria. L’ecosostenibilità ormai è un brand, e quando tu devi vendere, devi saper accontentare il cliente, e sé lo sport ti dà una mano per esibire la tua potenza sostenibile, allora stai pur certo che devi farti valere, anche in quel campo.

La Indycar ha già mostrato i suoi carburanti al bioetanolo della Shell, nei test prestagionali sul tracciato Thermal Club nello Stato della California. Le valutazioni sono state più che positive, tanto che anche gli scettici si sono ricreduti. Il WEC anche ha adottato questi tipi di biocarburante, esattamente dallo scorso anno. TotalEnergies ha rilanciato grazie a tali carburanti la classe regina delle Hypercar, riportando addirittura sulla griglia la Ferrari, che quest’anno esordirà con la 499P. Le due ruote anche si iniziano a muovere, la MotoGP sta gradualmente passando a carburanti sintetici a zero emissioni. La Dorna si è data come obiettivo, quello di arrivare alle zero emissioni entro il 2027.   

Il nostro mondo si può ancora salvare con il biocarburante

Tutti noi amiamo i gloriosi motori V10, con il loro sound che faceva tremare tutto e che amiamo ancora ascoltare. Il punto come detto è che il mondo si evolve, e sé prima c’era il suono melodico, ora magari è più silenzioso ma raggiunge livelli di prestazione mai toccati. L’elettrico puro non piace a nessuno, né alle case né allo sport, che sembra rigettarlo ogni volta. I costi troppo elevati per le aziende come detto, ed anche le gare del puro elettrico stentano a decollare. La del motorsport salvezza passa anche dal sapersi accontentare, ed aprire ai biocarburanti sembra la soluzione migliore per tutti. Il 3 luglio 2022, Sebastian Vettel ci ha dimostrato che questo carburante è performante per le gare, lui lo ha testato sulla Williams FW14B, del 1992. Ora sé su una monoposto campione del mondo di 30 anni fa si adatta così bene, pensate su motori che vengono creati prevalentemente per questo tipo di carburante, cosa ne può venir fuori.

Riccardo Ventura