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Boris Casadio – The Motor Voice

Boris Casadio – The Motor Voice
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La sua voce è inconfondibile. Trasmette passione ed emozioni. Boris Casadio è lo speaker ufficiale del Misano World Circuit e dell’ Autodromo di Imola. Nato nella Terra de Motor, classe 1975, Boris è un’enciclopedia vivente del motorsport mondiale.

Spazia delle auto alle moto, dal cross alla velocità, dalle ruote classiche al custom. Ha una solida preparazione culturale ed è laureato in materie umanistiche. Ama i motori ma anche la storia, l’arte, la musica, la letteratura… Boris Casadio è stimato veramente da tutti. Conosciamolo meglio. 

Boris Casadio – Foto Magda Tonini

Com’è nata la tua passione per i motori?

“La passione è nata in famiglia. Mio papà Giuseppe Casadio, imprenditore a Faenza in un settore che riguarda solo marginalmente il motorsport, dal ’76 è stato uno dei responsabili della gestione sportiva del Moto Club Faenza.  Il sodalizio faentino gestiva il Crossodromo Monte Coralli, una struttura che già nel 1979 ha organizzato una prova del Mondiale Cross 500. Il Moto Club Faenza era attivo anche velocità e nel 1977 aveva organizzato il Gran  Premio delle Nazioni del Motomondiale ad Imola. Questi sono stati i semi della mia passione. Mio papà era un motociclista e quando ero piccolo mi portava in giro in moto. Mi piaceva ma non si era ancora acceso il fuoco per l’agonismo.

A cavallo delle Scuole Medie sono passato dalla passione per i soldatini, con le battaglie in cui mi immedesimavo, a quella per le moto. Vicino alla mia scuola c’erano degli Istituti Tecnici e nel parcheggio vedevo le 125: la mitica Aprilia Tuareg, le Cagiva, le Gilera… Intanto mio padre mi portava al Motor Show, alle gare del Mondiale ed alle varie manifestazioni.

Una mattina del 1988, mi ritrovai a guardare in televisione il Gran Premio di Spagna classe 250 con Sito Pons, Loris Reggiani con l’Aprilia tricolore, Carlos Lavado… Quella mattina mi esplose il desiderio di seguire le corse. Andammo a Imola in moto a vedere il Motomondiale e divenni un grande appassionato. Mi  nacque anche la fede per anche per il motocross. Mi innamorai di Trampas Parker, grande avversario di Alex Puzar. Intanto iniziavo a frequentare il Moto Club, aiutavo in segreteria per le licenze e sono diventato poi anche consigliere. Durante il liceo ho iniziato a cimentarmi al microfono”.

Hai mai pensato di fare il pilota?

Sognavo di correre nel motocross come i miei idoli. A 15 anni mi regalarono un’Aprilia Tuareg 50  usata versione Dakar e con mio padre giravamo in fuoristrada. Provai al campo cross un pomeriggio in cui non c’era nessuno. Mi trovai sul discesone, un addetto della pista ex pilota m’invitava a scendere ma io rimasi immobile a contemplare il salto in discesa e capii che non ero tagliato per fare il pilota. Iniziai allora a cimentarmi al microfono”.

Boris Casadio intervista Valentino Rossi

Quando hai debuttato come speaker?

“La mia prima cerimonia al microfono è stata la premiazione del mio idolo Trampas Parker a Faenza il 13 ottobre 1991. L’asso americano quell’anno vinse il Mondiale 250 e tutti i 3 campionati italiani, l’ultimo a Faenza in una giornata con pioggia e tanto fango. La medaglia d’oro della Federmoto gli venne consegnata di sera, davanti al suo camper. Monica Fabbri era direttore di gara. Pensate a Faenza avevamo già una donna in quel ruolo nel 1991. Monica prese la medaglia d’oro e io a voce, in maniera molto spontanea, feci la cerimonia d’incoronazione dei Campioni d’ Italia. Partì l’applauso. Questo è stato il mio debutto.

Nel ’94 seguii il Campionato Regionale in toto poi mio padre creò il 3 ICS Team che partecipò al Regionale ed all’Italiano Junior. Ha avuto questa squadra fino al 2000. Sono poi arrivati Giuseppe Morri, Alberto Fantini e Giovanni Centonze ed è iniziata la mia avventura nel Challenge Aprilia. Morri era Presidente Regionale della FMI Emilia Romagna ed aveva conosciuto mio padre. Mi sentì commentare le gare di cross e mi chiamò per le manifestazioni FMI regionali come premiazioni e cerimonie varie. Dopo poco Morri, Fantini e Centonze dissero che era il momento di portarmi in pista.

Nel 1998 il Mc Berardi organizzava l’Italiano a Misano e feci da speaker alle prove e rimasero sorpresi e commentai poi l’Europeo a Misano  con  Paolo Ciri, in seguito il Challenge Aprilia, per 9 anni il CIV e tante altre gare”.

Boris Casadio con Marco Bezzecchi

Quando hai debuttato come speaker del Mondiale? 

“Nel 2002 a Imola per la grande sfida Troy Bayliss – Colin Edward davanti a 95mila appassionati, in affiancamento all’avvocato Costa che mi fece fare tutto tranne la premiazione”.

La tua prima cronaca di auto?

“Con le 4 ruote ho iniziato veramente al top, poi ho scoperto le altre formule, le GT, WTCC, ACI week-end, Formula 3 Europea, ecc. Il mio debutto automobilistico è stato il Gran Premio di San Marino di Formula 1 nel 2003, assieme all’avvocato Costa. Ho commentato anche nel 2005 e 2006, saltando il  2004 perché avevo già un l’impegno con il CIV. Nel 2004 Damerini mi portò nel Mondiale Superbike ed iniziai a seguire anche tutta l’attività 4 ruote”.

Tutti ti conoscono come speaker ma sei anche un ottimo giornalista.

“Sono giornalista pubblicista. Tra le mie esperienze giornalistiche il prestigioso magazine Motocross, il Resto del Carlino, poi ho ideato e condotto una mia trasmissione televisiva sulle emittenti locali”.

Boris Casadio a Misano – foto Magda Tonini

A proposito di tv, ti vedremmo benissimo come commentatore televisivo. Hai mai pensato di lavorare per Sky o Mediaset?

“Adesso come adesso mi piace molto quello che faccio e lo abbino al mio lavoro di ogni giorno, un’ attività imprenditoriale di famiglia in ambito commerciale che si avvia verso i 40 anni di storia con 12 persone che ci lavorano.

Quando ero all’università, c’era chi mi pronosticava un futuro televisivo. La cosa non realizzata se non nelle emittenti locali, non ho mai spinto troppo perché mi stavo confermando qui. Ora sono lo speaker di riferimento di due importanti autodromi, magari faccio una stagione in tv e rischio di uscire dal giro poi è difficile rientrare. Preferisco così, vado avanti così ed amo quello che faccio”.

Marianna Giannoni