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Cirano Mularoni “Abbiamo vinto il Mondiale sbagliato con Aoyama. Siamo stati condannati”

Cirano Mularoni  “Abbiamo vinto il Mondiale sbagliato con Aoyama. Siamo stati condannati”
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Un’unica grande colpa. Vincere. Vincere il Mondiale sbagliato.

Lo Scot Racing Team scrisse la storia del motociclismo internazionale tra il 1992 ed il 2010. Era tra le squadre di riferimento, in tutte le classi. Lanciò Andrea Dovizioso che  con lo Scot vinse il Mondiale 125 del 2004 e trionfò nel Mondiale 250 del 2009 con Aoyama. Con quel successo il team firmò la propria condanna.

L’anno dopo, infatti, chiuse. 

Facciamo un passo indietro. Lo Scot nacque in una sera d’estate del 1991 su iniziativa di Cirano Mularoni, Giovanni Torri e Bruno Casanova. Cirano lavorava per vari team di Formula 1 nel settore marketing e sponsoring, Torri era un imprenditore appassionato di moto e Casanova il pilota. Venne fondata la Force di cui Mularoni era l’amministratore. Torri era il title sponsor nonché il garante finanziario. Casanova lasciò dopo pochi mesi per concentrarsi sull’ attività di pilota.

I primi anni sono stati straordinari. Cirano Mularoni era forse il team manager più stimato di tutto il Mondiale. Era un ottimo talent scout, un grande esperto di tecnica e meccanica, un abile stratega, un genio del marketing e del business. Era un’autentica eccellenza, non ci sono altri termini per definirlo.

Poi? Il Titolo Mondiale 250 e meno di un anno dopo la chiusura.

Qual è la verità sulla fine del team Scot di San Marino? É da 10 anni che ci poniamo questa domanda. Non vogliamo uno scoop, solo conoscere la verità.

Abbiamo incontrato Cirano Mularoni e ci ha raccontato tutto.

Iniziamo dalla parte sportiva. Nei prossimi giorni vi racconteremo quella giudiziaria.

Cirano, prima di tutto, come stai?

“Decisamente meglio. Ho ancora dei problemi di salute però mi sono ripreso. Proprio quando stavo peggio e non riuscivo ad andare alle gare, c’è chi ne ha approfittato per affossarmi. La mia colpa principale, probabilmente, è stata l’ingenuità. Io mi fidavo troppo degli altri: dei collaboratori ma non solo”.

Torniamo indietro nel tempo, agli anni del Mondiale 250 con Honda.

“Quando gareggiava Dovizioso in 250, per contratto con la Honda, potevamo lavorare solo sulla messa a punto della moto, senza modificare i materiali. Assieme a Dovizioso gareggiava Takahashi, supportato direttamente dalla Casa Giapponese. La Honda 250 non era vincente ed era poco affidabile. Nel 2006 la Honda dichiarò la morte dei motori 2 Tempi, in ogni ambito. Il 2009 era l’ultimo anno del Mondiale 250 e la Honda ci consentì di modificare le parti meccaniche della moto. Nella stessa stagione partecipammo anche al Mondiale MotoGP con Takahashi, dopo che Dovizioso era approdato all’HRC”.

In 250 fu una stagione trionfale per lo Scot.

“Ci eravamo avvalsi di strutture e personale qualificato in ambito aerodinamico ed aeronautico. Abbiamo lavorato sulla dissipazione del calore, sull’aerodinamica e per diminuire gli attriti. Grazie alla qualità del mio staff tecnico, siamo stati protagonisti di una stagione ad altissimi livelli e contro avversari estremamente forti. Tra questi Marco Simoncelli, in procinto di approdare alla MotoGP. Massima stima per Aoyama ma quella moto era veramente straordinaria. Vincemmo il Mondiale ed il titolo di Rookie of the Year con De Rosa. La Honda, però, aveva decretato da anni la fine dei 2 Tempi e non doveva, non poteva vincere il Mondiale. Un team privato che trionfa con una moto vecchia di tre anni? Era inammissibile per i giapponesi. Era chiaro, evidente, era emerso in tutte le maniere, anche dai festeggiamenti particolarmente modesti. Avevamo fatto uno smacco enorme ad Honda Motor Co“.

Problemi anche in MotoGP?

“Ad inizio 2009, come da accordi, Dovizioso passò all’HRC. Noi avremmo dovuto crescere in MotoGP Takahashi, un giovane giapponese. La Honda avrebbe pagato le spese della MotoGP. A dicembre, quando i giochi erano già fatti, ci comunicò che avremmo dovuto pagare tutto noi per Takahashi visto che c’erano dei problemi economici. Erano cifre altissime ma andammo avanti. Dopo alcune gare Takahashi ebbe un serio infortunio. Non sapevamo i tempi di recupero, in più avevamo bisogno di soldi e lo sostituimmo con Talmacsi. Takahashi era un bravissimo ragazzo e mi era dispiaciuto molto scaricarlo. Talmacsi non fece i risultati sperati ed i rapporti con Honda peggiorarono ulteriormente. Avevo sostituito un pilota giapponese ed Honda non lo accettava, senza considerare però che non aveva rispettato gli accordi per prima. Si era creata dunque una situazione disastrosa“.

Avete vinto il Mondiale sbagliato ed avete lasciato a piedi un pilota giapponese…

Il mio team era troppo scomodo. Andava eliminato, o quanto meno, andava messo con le spalle al muro. Se prima avevo un rapporto splendido con Dorna – Honda ed ero considerato da tutti, dopo il Titolo Mondiale di Aoyama si è incrinato. Ero diventato un nemico. Intanto i rapporti tra i vertici del Motomondiale e lo Stato di San Marino erano sempre più stretti, per via del Gran Premio…”.

SEGUE – Continuate a seguirci per leggere la seconda parte.

Marianna Giannoni