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Formula1: dalla marea rossa alla marea Orange

Formula1: dalla marea rossa alla marea Orange
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L’inizio del nuovo millennio fu segnato dall’alba rossa, che porto ad una nuova era nella Formula1. Quelli erano gli anni in cui Michael Schumacher dominava le gare, Ross Brown preparava le migliori strategie e Jean Todt era l’uomo giusto al posto giusto. Un’unione questa, che porto la Ferrari ad essere amata in tutto il mondo.

Monza ed Imola non erano più le uniche pista colorate tutte di rosso, ma piano piano tutti i circuiti diventavano un feudo della Casa di Maranello. Gli ascolti volavano e a giovarne non era solo la Ferrari, ma tutto il mondo della Formula1. I cicli però si chiudono sempre, ed ecco che la F1 è stata chiamata ad un momento di cambiamenti. La luce che portava sempre più spettatori nei circuiti si era spenta, e il ricambio guardava con entusiasmo a Lewis Hamilton.  

Lewis Hamilton è riuscito in questa missione, ma solo in parte. La tappa di Silverstone era si piena, con numeri record di presenze ogni anno, ma il resto del mondo è rimasto restio nei suoi confronti. I numeri di audience in Gran Bretagna sono sempre stati alti, visto che i sudditi della regina hanno da sempre un legame speciale, con la categoria. Il problema quindi nell’era Hamilton è rimasto in parte, con solo gli eventi nelle terre influenzate dalla Bretagna, che facevano il tutto esaurito.

La marea Orange è la nuova ninfa della Formula1

Il 2015 segna l’approdo di Max Verstappen nel massimo campionato automobilistico, e tutto questo a soli 17 anni, con il team Toro Rosso. L’anno successivo arriva la prima vittoria con la RedBull, diventando il più giovane pilota a vincere in F1. Nel giro di 7 anni, Max è diventato il simbolo del campionato, non che il pilota più amato sulla grigia. Lo scorso anno poi c’è stata l’esplosione, con sempre più pubblico nei circuiti per seguire lui, e il tutto coronato con il suo primo titolo mondiale.

Spa Francorchamps, Spielberg e soprattutto Zandvoort sono il segno del cambiamento. Questi circuiti sono stati colorati completamenti di arancione, e tutto questo per seguire l’olandese. Una situazione che i proprietari di circuiti hanno cercato di sfruttare al massimo, essendo tornati agli anni in cui andava di moda il rosso. I record di ascolti sono sotto gli occhi di tutti e tutto questo per un pilota, non per una scuderia, come capitava un tempo.

Senna, Schumacher e Lauda non hanno ricevuto tanto.

La grandezza di Ayrton Senna, la forza di Michael Schumacher e la testa di Niki Lauda non hanno fatto breccia tra gli appassionati, come Verstappen. Max è davvero amato, e ora a godere di tale situazione è Liberty Media, che si è ritrovata in casa l’uomo perfetto per fare ascolti. Ovvio che non è tutto frutto del caso, Verstappen al momento è il pilota migliore e le sue performance lo dimostrano.

La Formula1 ha da sempre avuto la fortuna di avere personaggi che gli hanno portato ascolti, perché anche Hamilton non è stato uno che ha allontanato le masse. Questa forza del campionato automobilistico è molto importante, e basta vedere come se la passa la MotoGP. La fine dell’epoca di Valentino Rossi ha lasciato un vuoto. Un vuoto che nessuno riesce a colmare, e con la Dorna che fa fatica a trovare il bandolo della matassa.

Quindi ben venga la marea Orange e l’amore verso Verstappen, che questo fine settima per il GP d’Olanda sarà al massimo. Unica cosa, è che il tutto non scenda nello scurrile, e che i tifosi di motorsport restino con la loro aura, ovvero quella di rispettare tutti i piloti e godersi lo spettacolo.  

Riccardo Ventura