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Luca Tommasini, il re dell’Alpe Adria

Luca Tommasini, il re dell’Alpe Adria
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Luca Tommasini è un pilota semplice e consapevole. Nato a Udine, è appassionato di moto fin da quando era un bambino. Tanti gli sforzi della famiglia, specie del babbo croato, che gli ha permesso di intraprendere questa strada.

Oggi Luca fa l’istruttore di pista sul tracciato di Rijeka e, parallelamente, corre nel campionato croato/Alpe Adria. Ha conquistato il titolo nazionale per tre anni di fila.

La sua storia merita di essere raccontata.

Luca, com’è nata la tua passione per le moto?

Le due ruote mi sono piaciute fin da quando ero bambino. Con mio nonno andavo spesso al parco giochi a fare le gare in bicicletta con i miei amici. Sono salito inizialmente su una moto con mio babbo, con molta paura. Poi a 10 anni ho preso il mio primo scooter e in seguito il 125cc.”

Come ti sei avvicinato alla pista?

“Sono sceso in pista per la prima volta nel 2003. Stavo tornando da una vacanza in Croazia con i miei genitori, quando a mio babbo venne l’idea di farmi visitare il circuito di Rijeka. Dopo aver acquistato una tuta usata nel paddock, sono sceso in pista con il mio 125cc. Essendo una moto stradale però, dopo qualche giro, esplose il motore. Questo fatto costrinse me e la mia famiglia a tornare in Italia, ma ero felice dell’esperienza fatta.”

Dopo?

“Dopo il primo rodaggio in pista, avevo preso ancora più consapevolezza di me stesso. Ero convinto che il mondo delle moto riuscisse a farmi esprimere al meglio. Decisi così di acquistare un’Aprilia RS 250, con la quale presi parte all’ultima gara del campionato Alpe Adria sul circuito di Rijeka.”

Nel 2004 hai trionfato nel campionato triveneto. Lo consideri il tuo punto di svolta della carriera?

Conquistare il successo al primo anno di gare è stata una bella soddisfazione. Un risultato, inizialmente, inimmaginabile. In seguito avevo deciso di tentare il passaggio al CIV Supersport con il Team Bertocchi. Ma lasciai dopo poche gare a causa degli elevati costi. In quel momento mi stava aiutando mio babbo con i soldi, non avendo alcun tipo di sponsor.”

A partire dalla stagione 2008 ti sei inserito in pianta stabile nel campionato croato/Alpe Adria con ottimi risultati.

Per me è come se fosse una seconda casa. Molto lo devo al Team Migo Moto che, grazie ai buoni risultati del primo anno, ha deciso di darmi fiducia. Senza di loro non sarei andato da nessuna parte. Mi sono laureato campione croato nel 2009 nella classe Stock 1000 con Honda, nel 2010 con Aprilia e nel 2011 nella classe Stock 600 in sella ad una Triumph Daytona 675cc. Con quest’ultima è iniziata una stupenda collaborazione, una moto spettacolare.”

Questa competizione la reputi di un buon livello?

Il croato fa da contorno all’Alpe Adria. Questo è diretto da Lutec Racing e tocca vari tracciati europei blasonati, quest’anno è stato introdotto il circuito di Assen. Negli ultimi anni è cresciuto molto, i primi piloti dell’Alpe Adria possono dire la loro in campionati come il CIV. Ci sono tantissime iscrizioni. Anche se, dopo la top-15, ci sono distacchi importanti. Dal mio punto di vista migliorerà ancora in futuro.”

Nel corso della tua carriera c’è stato un episodio particolare. Il furto della tua Triumph Dayotona del 2017?

“Una mattina, quando sono giunto alla mia officina, mi sono accorto che la moto era sparita. Mi sono sentito perso nel vuoto, non sapevo cosa fare. Quell’anno ero in lotta per il titolo italiano Dunlop Cup 600. Mi sono rivolto ai Carabinieri di Pavia di Udine. Poi, a distanza di pochi giorni, la Triumph è stata ritrovata in un campo mezza smontata e malandata. Abbiamo dovuto ricostruire parte della moto, anche con alcune difficoltà. Il tutto ci è costato molto tempo. Sono stati dei momenti molto duri per me e i soci della ditta Carbon666. Per fortuna tutto si è risolto per il meglio. Ringrazio nuovamente tutti gli amici e i tifosi che ci sono stati vicini.”

Come ti sei cimentato nel ruolo di istruttore di pista?

“Passando molto tempo in pista, sono riuscito a entrare in contatto con svariate persone. Queste mi hanno chiesto spesso dei consigli. Dopo aver effettuato dei corsi, sono entrato in contatto con il circuito di Rijeka. Abbiamo iniziato una stretta collaborazione. Tutto è andato alla grande. Ho deciso di lasciare la mia azienda per cimentarmi in questa nuova esperienza. E’ un lavoro bellissimo, riesco a stare in contatto con persone di tutte le età e di tutte le nazione. Vedere i loro miglioramenti mi rende molto soddisfatto.”


Andrea Periccioli

Foto tratte dalla pagina Facebook del pilota