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Newgarden è il nuovo Re di Indianapolis

Newgarden è il nuovo Re di Indianapolis
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La 107ª edizione della Indianapolis 500 è storia, ora si parlera di lei solo sui libri. I libri sono pronti a parlare di Josef Newgarden, che per la prima volta in carriera riesce a vincere la gara più importante degli Stati Uniti d’America. Una corsa che è stata resa indimenticabile anche dagli incidenti, uno su tutti molto spettacolare e pericoloso, ma tutto è rientrato rendendo l’evento solo una festa. Davanti a 350mila spettatori, ci sono stati piloti che hanno gioito, altri che sono rimasti delusi ed altri che hanno finito con molta rabbia. Tutto questo è accaduto ieri, ora noi, cerchiamo di andare a rivivere il tutto.  

Newgarden mette la ciliegina sulla torta alla sua stupenda carriera

Newgarden nato a Nashville 32 anni fa, era già nell’immaginario collettivo degli appassionati di gare statunitensi, avendo vinto 2 titoli Indycar. Gli mancava solo la Indianapolis 500miglia, cosa che è arrivata ieri chiudendo così un percorso della sua vita. Il pilota del Team Penske è stato bravissimo alla ripartenza dalla terza bandiera rossa, che ha praticamente fatto durare la gara due giri soltanto. Marcus Ericsson era in testa allo sventolio della bandiera bianca, ma proprio nelle ultime battute, viene sopravanzato dallo statunitense. Lo svedese ci prova a riprendersi la posizione, ma Josef chiude tutte le porte sul rettilineo finale e vola a vincere. Latte puro per lui, che non nasconde l’emozione dell’impresa appena raggiunta sul podio. Il pilota dello Stato del Tennessee dopo 12 tentavi, riesce ad uscire vincente dal circuito dell’Indiana.  

I momenti di pura passione non sono mancati, sul catino di Indianapolis dopo la bandiera a scacchi. Le immagini di Newgarden che parcheggia la sua Dallara sulla Brickyard per andare a festeggiare con il pubblico, rappresentano a pieno i valori del Motorsport. Roger Penske si lascia andare ad una gioia senza freni, come sé fosse la prima vittoria per il suo Team qui, dimostrano quando questa gara valga una vita di sacrifici. Quella per il Team di Roger è comunque la quindicesima affermazione nella storia della Indianapolis 500, nessuno come la sua scuderia.

Delusione Ericsson, rabbia Palou e tanto spavento

La delusione di Ericsson è palpabile, visto che poteva essere il secondo pilota della storia a vincere due edizioni della Indianapolis 500 di fila. Il pilota del Team Chip Ganassi però, non è riuscito a difendersi in maniera agguerrita dal rivale, accontentandosi così della seconda piazza. Terzo posto per il sorprendente Sorrentino Ferrucci, che stava per regalare un sogno al piccolo Team del leggendario A. J. Foyt. Esce dal catino con molta rabbia in corpo Alex Palou. Lo spagnolo era nelle posizioni di testa, quando all’uscita dei box viene colpito in pieno da Rinus Veekay. Alex a quel punto riesce a ripartire ma è ventiquattresimo, gara completamente compromessa, ma egli riesce comunque a chiudere quarto. Questo dimostra di come si sentiva imbattibile ieri Palou.    

Il caos come sempre è stata l’unica costante della gara, tanto che ci sono state tre bandiere rosse. Questo ha portato la gara a congelarsi per altrettante volte, con la prima esposizione della rossa che ha creato molta paura. Felix Rosenqvist finisce a muro e rientrando in pista viene preso da Kyle Kirkwood. Kyle ha la peggio, visto che sbatte contro la gomma del rivale, provocando così un ribaltamento della sua monoposto, facendo diversi metri strisciando capovolto. L’Halo lo salva, ma nel contatto con Felix, una sua gomma prende il volo finendo tra gli spalti. Lo pneumatico per fortuna sorvola le tribune, finendo però sulla macchina parcheggiata di uno spettatore. Le altre due rosse sono state esposte per altri errori dei piloti. La seconda, per l’errore di Pato O’Ward che andando a muro disintegra la sua McLaren. L’ultima ma decisiva arriva a due giri dalla fine, per una carambola che ha visto coinvolti quattro piloti. 

La Indycar lascia Indianapolis per andare a Detroit

Newgarden ha vinto così la gara più importante del calendario, ma ora riparte la scalata al titolo Indycar. La gara che ovviamente ha dato punti, continua a vedere in testa Palou con 219 punti, ma grande balzo in avanti di Josef, che ora si porta in quarta posizione. Ribadiamo inoltre, che da quest’anno i punti non sono più doppi, ma valgono come tutte le altre gare. La categoria statunitense tornerà già la settimana prossima a Detroit. Nel circuito cittadino dello Stato della Michigan, andrà in scena la settima tappa dell’anno.

Riccardo Ventura