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Giuseppe Muscioni “Formula 1 ad Imola? Le possibilità sono del 5%”.

Giuseppe Muscioni “Formula 1 ad Imola? Le possibilità sono del 5%”.
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Come sarà la Formula 1 del futuro? Nell’ambito della sicurezza cosa è stato fatto e cosa c’è da fare? Rivedremo un giorno il Gran Premio di San Marino ad Imola? Ne parliamo con Giuseppe Muscioni, progettista di circuiti e da 40 anni membro della Commissione Mondiale Circuiti FIA.

Nel corso della sua carriera ha lavorato dal punto di vista progettuale ad oltre 30 circuiti. Ora è responsabile sicurezza di tutti i circuiti della Russia, dell’India, di alcuni della Georgia, della Spagna, della Francia e degli Stati Uniti.

“Il motorsport va dove c’è più denaro – esordisce Muscioni – anche se grandi ci sono grandi differenze sociali. La geografia della Formula 1 tende a cambiare. L’Europa è in continua recessione ma qui c’è una lunga tradizione e pare che Liberty Media la voglia mantenere riesumando anche alcuni circuiti storici della Formula 1 come Zandword”.

E Imola?

“Imola se vuole avere la Formula 1 deve trovare i soldi, 25 milioni che arrivano a 30 per l’organizzazione. Imola per riavere la Formula 1 può sfruttare unicamente la tradizione, il fatto che Liberty Media potrebbe essere interessata come circuito storico. Quasi impossibile che superi Monza. Una soluzione potrebbe essere il Gran Premio di San Marino ma comunque per ospitarlo servirebbero interventi molto pesanti. Le possibilità di rivedere un giorno il Gran Premio Di San Marino a Imola sono del 5% “.

Quanti Gran Premi ci saranno ogni anno in futuro?

” Il Mondiale perfetto, a mio avviso, era con 18 gran premi. Ora si vuole arrivare 24. Il numero è pesante non tanto per chi partecipa ma per lo sviluppo della macchina. Moltiplica sforzi interni ed esterni, un gara ogni 15 giorni richiede un enorme lavoro in azienda”.

Potrebbe essere pesante anche per i piloti?

“In America si corre molto di più. I piloti sono pagati lautamente per fare un lavoro. Per loro non è solo sport ma un lavoro. In Formula 1 i piloti sono personaggi d’élite, al di sopra degli esseri umani. I piloti sono, anzi, sono stati un po’ troppo fighetti. Devono rendersi conto che con i loro compensi stellari, sono autentici privilegiati. Se c’è qualcuno che si lamenta è un ingrato”.

Vedremo mai una Formula 1 totalmente elettrica?

“Penso di no. Alejandro Agag, l’organizzatore del Mondiale di Formula E, non sarebbe d’accordo. Siamo comunque in una fase di transizione. Non si parla di motori ma power train. Non credo che la Formula 1 diventerà mai totalmente elettrica ma ci saranno aspirati, motori idrogeno, elettrico ibrido”.

Spesso ci si lamenta che la Formula 1 è noiosa. Lei cosa ne pensa?

“Formula 1 noiosa? E’ uno stereotipo, in realtà non lo è assolutamente. Ci sono tre tea, che possono combattere per risultato finale. certo, ad inizio anno la Mercedes stravinceva ma nella storia della Formula 1 ci sono sempre state delle case che hanno dominato”.

Cosa è stato fatto per la sicurezza?

“Dagli anni ’80 ad oggi è stato fatto moltissimo. E’ stato fondamentale il lavoro fatto dalla Commissione Circuito, un gruppo di persone che lavorano costantemente. Sono da 40 anni nella Commissione Circuiti ed ho partecipato alla stesura prime norme. La gente non lo capisce, non se ne rende conto, ma oggi se un pilota va a sbattere per una certa velocità contro certe protezioni non si fa niente, non rischia la vita nonostante le velocità altissime. Nelle corse però che la spada di Damocle che si chiama fatalità, casualità. Una Formula 1 totalmente sicura non può esistere, così come in ogni altro sport legato alla iper-velocità”.

Marianna Giannoni