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Storie – Maciej Bogusławski, il Nuvolari della Polonia. A 81 anni vive nell’indigenza.

Storie – Maciej Bogusławski, il Nuvolari della Polonia. A 81 anni vive nell’indigenza.
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La passione per i motori in Polonia c’è sempre stata ma fino agli anni ’90 la nazione versava in condizioni di estrema povertà. Il regime comunista uccideva i sogni di chi avrebbe potuto ambire ad un futuro in Formula 1.

Uno tra i più grandi campioni della storia dell’automobilismo polacco è stato Maciej Bogusławski.  Lo si potrebbe definire una sorta di Nuvolari della Polonia. Gareggiava su qualunque mezzo avesse un motore: dalle monoposto, alle auto da rally e perfino con le moto. Vinse per nove volte il titolo di campione nazionale.

All’inizio degli anni ’70 decise di costruire la sua macchina da corsa. Nel 1973 assieme al meccanico Zbigniew Gotowicz realizzò  una nuova vettura da Formula 3: la BG 1600. L’auto era equipaggiata con un motore FIAT 1600 da 150 CV e  trasmissione Dacia. Con quest’auto vinse sette gare ed il titolo nazionale nel 1980.

Maciej Bogusławski sul gradino più alto del podio

Maciej Bogusławski però aveva ben alti sogni. Voleva gareggiare all’estero ed aveva anche ricevuto varie proposte ma gli venne sempre rifiutato il passaporto.

Erano gli anni della Cortina di ferro, i confini erano blindati. Lui cercò di combatte il sistema ma ne pagò le conseguenze. Fu vittima di ogni sopruso, gli bruciarono l’officina con dentro 4 macchine da corsa e gli sabotarono perfino l’auto prima di una corsa manomettendo i freni.  

Sarebbe potuto diventare un pilota di Formula 1 e forse anche un celebre costruttore invece nacque nella nazione sbagliata, in quell’Europa dell’Est che per tanti anni è stata il “terzo mondo” del nostro continente.

Oggi Maciej Bogusławski  è un pensionato di 81 anni che vive assieme alla moglie in condizioni d’indigenza, con una pensione di  1.300 zloty, circa 300 euro al mese. È un eroe dimenticato anche oggi che la Polonia è una nazione emergente e la Cortina di ferro è presente solo sui libri di storia.

Marianna Giannoni