1. Home
  2. Inchieste
  3. Valentino Rossi – Intervista a Maurizio Bruscolini, giornalista in pensione e da sempre fuori dal coro
0

Valentino Rossi – Intervista a Maurizio Bruscolini, giornalista in pensione e da sempre fuori dal coro

Valentino Rossi – Intervista  a Maurizio Bruscolini, giornalista in pensione e da sempre fuori dal coro
0
0

Valentino Rossi lascia le competizioni ed ovunque fiumi, anzi, oceani di parole. Cosa scrivere di diverso dagli altri? Chi intervistare? Beh, il giornalista Maurizio Buscolini.

Brusco, hai detto anche tu “Grazie Vale”?

“No, io non ho detto “grazie Vale”. Io non posso ringraziare uno che da 12 anni non vince un Mondiale e da 4 anni e 121 giorni  non vince una gara. Quelli del coro, i miei ex colleghi, avrebbero massacrato qualsiasi concorrente con questi numeri. Lo hanno fatto con un Campione del calibro di Jorge Lorenzo. Il Magnifico aveva la colpa di avere impiegato 24 gare prima di vincerne una con Ducati.

Il mainstream  lo ha massacrato, dimenticando che invece il tavulliese, in due anni con la Rossa, non ha mai vinto una gara. Hanno dimenticato e lo hanno sempre e comunque difeso. Io guardo in faccia alla realtà e non dimentico che nel 2007 lo beccarono  con le mani nella marmellata: aveva cercato di nascondere al fisco italiano un bel pacco di milioni, ma gli 007 dell’Agenzia delle Entrate lo cuccarono e lui, furbescamente, trovò un accordo. Pagò a rate ma il reato non si estinse e per quello fu giudicato anche se, per accordi consentiti dalla legge, il reato non appare nel casellario giudiziario”.

Sono state organizzate notevoli celebrazioni per il suo addio…

“In questi giorni abbiamo assistito al florilegio di un tizio che, come detto,  non vince un Mondiale da oltre due lustri ed è stato pure un evasore fiscale, anche se pagante.  Ecco, io non ci sto, e lo dichiaro fuori dai denti.  A Misano è stato molto bello vedere sul gradino più alto del podio “l’odiato” Marc Marquez e vedere i fuochi d’artificio per Fabio Quartararo davanti alle tribune colorate di giallo. Per me è stato un giorno da incorniciare. Tutto questo sul circuito dove nel  1994 fecero un grande torto a Stefano Cruciani, sottraendogli un titolo italiano SP conquistato in pista con uno stratagemma. La Cagiva sabotò la moto del pilota arrivato secondo,  la quale alle verifiche non si accese e pertanto scattò una squalifica. Valentino Rossi passò così da terzo a secondo e vinse il campionato. Chiaramente io presi subito le difese di Cruciani ma non servì a nulla. La macchina del marketing era già partita”.

Chi l’aveva accesa?  

“Due grandissimi personaggi del motociclismo: Carlo Pernat e  Patrizio Cantù. Pernat  lo aveva ingaggiato in Aprilia per tre anni mentre Patrizio Cantù aveva portato in dote il munifico sponsor Peroni, con il marchio  Nastro Azzurro. L’avventura era affascinante e prevedeva  il ritorno del motomondiale sulla Rai in chiaro, grazie allo sponsor. Ma non solo, la Peroni per dare solidità al progetto, dopo ogni Gran Premio Premio acquistò una pagina pubblicitaria sui tre quotidiani  sportivi più importanti d’Italia:  Gazzetta dello Sport, Tuttosport e Corriere dello Sport.  Adesso  forse è un po’ più chiaro perché sull’altare del marketing vennero sacrificate alcune prestazioni sportive”.

Molti si chiedono cosa farai ora che Valentino Rossi si è ritirato.

Il Brusco sorride e spiega “Vado avanti serenamente a raccontare quello che trovo, come ho sempre fatto, fuori dal coro. Come nel 2003 quando sono stato l’unico giornalista al mondo a scrivere che l’anno successivo Rossi sarebbe passato in Yamaha. Lo sapevano in tanti ma la notizia era sotto embargo perché se fosse venuta fuori probabilmente la Honda avrebbe avuto un atteggiamento diverso nei suoi confronti. Come questa ci sono tante situazioni nascoste che devono  ancora venire alla luce e piano piano usciranno. Io non ho fretta”.

MG